Trecentesca a Morimondo, la vita al campo raccontata da un fante della Compagnia de li squarzacoje

Trecentesca a Morimondo, la vita al campo raccontata da un fante della Compagnia de li squarzacoje

L’aria della Trecentesca la si respira aggirandosi per il campo allestito nell’ampio spazio verde che guarda verso l’Abbazia di Morimondo. I figuranti hanno riprodotto fedelmente la vita com’era un tempo. O quasi, naturalmente. Hanno dormito in tenda, si sono vestiti come ci si vestiva, hanno mangiato come si mangiava secoli addietro. Abbiamo ascoltato Umberto della Compagnia d’Arme et caccia de li squarzacoje. Umberto è un fante promosso per l’occasione luogotenente. Accanto a lui c’è la rastrelliera con le armi, il velario ovvero la mensa e le tende che appartengono ai fanti.

Sono le prime ore di domenica e la sera precedente han fatto la battaglia. Ma sono già a disposizione dei visitatori dopo una notte durante la quale avranno dormito poche ore. “Questa è una rievocazione importantissima”, ricorda. E’ al suo secondo evento. “Tutto è rigorosamente controllato – continua – per verificarne la storicità. Ci sono reparti da tutta Europa. Più avanti ci sono i francesi, ci sono quelli della Repubblica Ceca e anche i tedeschi”. Si parlano tante lingue al campo. C’è chi ci mostra come si cucinava, chi ci fa vedere i falchi, chi racconta da dove provengono o come si chiama il loro reparto, altri ci mostrano gli armamenti, i coltelli rigorosamente storici e tanto altro.

Sono circa 400 i rievocatori che hanno raggiunto Morimondo per la Trecentesca con due schieramenti da 80 persone l’uno per la battaglia. Cosa chiedere di più. Un’atmosfera d’altri tempi come solo a Morimondo la si respira.

Graziano Masperi

Lascia un commento