Accade nuovamente a Magenta. lo segnala il Veterinario.
Non è la prima volta che accade. un cagnolino, vittima di una distrazione o di un gesto malevolo, ingerisce veleno per topi. Purtroppo, è accaduto di nuovo, questa volta in via Francesco Caracciolo, con conseguenze potenzialmente gravi. Durante una normale passeggiata, un uomo portava a spasso il suo fedele amico a quattro zampe. Un cane curioso e giocherellone, sempre pronto a leccare qualsiasi cosa commestibile. Questa volta, però, la sua golosità lo ha portato a leccare alcune palline di veleno per topi.
Una bustina aperta giaceva a terra, con il veleno sparso sul marciapiede, una trappola silenziosa e mortale per piccoli animali come gatti, cani e uccelli, attratti dall’aroma appetibile di queste esche. Il nostro sfortunato cagnolino ha ingerito solo pochi granelli, due o tre al massimo, ma sufficienti per richiedere un immediato intervento veterinario.
Fortunatamente, il dottor Luca Caputo, un veterinario esperto in casi di avvelenamento e autore di libri divulgativi sull’argomento (S.O.S. pet come trattare un animale avvelenato: primo soccorso. Manuale pratico per proprietari), è riuscito a salvare il piccolo paziente che dovrà stare sotto controllo, e prendere una medicina specifica per la bellezza di un mese.
Il proprietario del Pet, dopo il trattamento del cane in ambulatorio, ha segnalato prontamente l’accaduto alla Polizia Locale che si è attivata per i controlli.
Casi come questo ci insegnano quanto sia importante la prevenzione. Bisogna prestare la massima attenzione quando si portano a spasso gli animali domestici, tenendoli sempre sotto controllo e lontano da potenziali pericoli. Inoltre, è fondamentale smaltire correttamente i veleni per topi, chiudendo accuratamente le bustine e gettandole negli appositi contenitori per la raccolta differenziata. I veleni ad azione anticoagulante sono, ancora oggi, largamente ed impropriamente utilizzati per la lotta ai roditori sinantropi (detto di animali che vivono negli stessi territori in cui si è insediato l’uomo condividendone gli spazi) infestanti come ratti, arvicole e topi. Basta accedere alla rete e comprare senza alcun tipo di controllo questi tipi di veleni che possono essere un pericolo, se non debitamente segnalati ed impiegati, per la salute umana: basti pensare a cosa potrebbe succedere ad un bambino che ne ingerisca accidentalmente pochi granuli! Alcune esche, infatti, vengono aromatizzate (formaggio, caramella mou…) rendendo di fatto il prodotto ancora più appetibile. Si presentano sotto forma di granuli, bustine, polvere, paraffinato in zollette e pellets: i colori, solitamente, variano dal rosa-rosso al blu e verde.
I luoghi soggetti alla disinfestazione dovrebbero essere sempre segnalati con cartelli indicanti la pericolosità delle sostanze usate. I topicidi anticoagulanti sono accumunati da un’azione di tipo cronica: i soggetti intossicati, cioè, manifestano i primi sintomi diversi giorni dopo l’ingestione del veleno. Il meccanismo d’azione di queste sostanze prevede l’inibizione dei fattori attivi della coagulazione con mancata produzione di Vit. K1 e conseguenti emorragie gravi anche per piccoli traumi. L’intossicazione avviene per ingestione di esche avvelenate. È possibile che specie non target (cani, gatti, uccelli, ecc.) si possano intossicare cibandosi di roditori (o parti di essi) che abbiano assunto principi attivi ad azione anticoagulante. I sintomi più comuni (spesso dopo 7-15 giorni dall’ingestione di questo tipo di veleno) comprendono: anoressia, abbattimento, ipotermia, pallore delle mucose, tosse ed emorragie in tutti i distretti (epistassi, sangue nelle urine, ematomi sottocutanei)
L’animale intossicato deve essere portato il più velocemente possibile in un centro veterinario per le cure necessarie e la somministrazione dell’antidoto. Qualora si dovesse rinvenire materiale edibile “sospetto” (polpette, wurstel, formaggio, salsicce, bustine o granuli colorati) sarebbe bene fotografarlo o, meglio ancora, recuperarlo (con guanti monouso o sacchettini per la raccolta delle deiezioni) e consegnarlo, segnalando il luogo del ritrovamento: alla ASL veterinaria di competenza e/o alle autorità competenti (polizia locale, carabinieri, ufficio del sindaco).