Prima cucciolata di lupi nel Parco del Ticino
Nuovi nati al Parco del Ticino: pochi giorni fa i Guardiaparco hanno rilevato la presenza della prima cucciolata di lupi nel territorio dell’Area Protetta, un segno tangibile dell’intenso lavoro condotto in 50 anni dal Parco per contribuire alla conservazione della natura. Ad annunciarlo è stato il direttore del Parco del Ticino, Claudio de Paola, al termine del convegno che si è svolto questa mattina al Centro Parco La Fagiana di Magenta dedicato ai Guardiaparco e alla vigilanza nelle aree protette; evento realizzato nell’ambito del cinquantesimo del Parco del Ticino.
“In collaborazione con l’Università di Milano-Bicocca, l’Università di Pavia e l’Ente di Gestione delle Aree Protette del Ticino e del Lago Maggiore, l’attività di monitoraggio del lupo si svolgeva da tempo nel Parco – ha spiegato Claudio De Paola -. Tuttavia, solo ora c’è stata la conferma ufficiale del primo evento di riproduzione. I boschi del Ticino rappresentano un corridoio ecologico di particolare importanza per la fauna e da alcuni anni il nostro territorio è stato scelto dal lupo come via di transito fra gli Appennini e le Alpi. Ora c’è un’ulteriore novità, l’evidenza di una coppia e di una cucciolata. E’ ancora prematuro parlare di un nucleo stabile, ma di certo la presenza di prede selvatiche e di aree con ambienti boschivi ben conservati e poco disturbati ha contribuito favorevolmente a questo ritorno. Il lupo trova nel territorio del Parco abbondanza di cinghiali e caprioli, nonché di nutrie, che sembra apprezzare, diventando così il più importante regolatore degli equilibri numerici di molte specie”.
E’ ben noto, da numerosi studi condotti in Italia e in Europa, che il lupo riduce significativamente la predazione di animali d’allevamento quando gli ungulati selvatici sono abbondanti e accessibili come fonte trofica. Fondamentale quindi l’abbondanza e diversità della comunità di ungulati nel Parco. Inoltre, l’area del Ticino è interessata dal transito di ovini transumanti solo per brevi periodi dell’anno, diversamente dagli altipiani dell’Appennino e delle Alpi dove il pascolo brado in alta quota è una tradizione secolare. “Questi aspetti – ha concluso il direttore del Parco – rappresentano una solida base per una coesistenza reale e duratura con questo fondamentale predatore. La segnalazione della prima cucciolata nel territorio del Parco rientra nel trend generale di ripresa demografica e geografica del Lupo in Italia, dopo oltre 50 anni di sforzi per la conservazione di una sottospecie quasi estinta nel nostro paese agli inizi degli anni ‘70. Ora spetta a tutti noi preservare una così preziosa presenza, cercando di fornire una buona coesistenza con la specie in un’area altamente frequentata dall’uomo”.