Magenta, le associazioni sono sempre di più. Ma i giovani sono ancora interessati al volontariato?

Magenta, le associazioni sono sempre di più. Ma i giovani sono ancora interessati al volontariato?

La festa delle associazioni andata in scena a Magenta ha offerto interessanti spunti per analizzare il mondo del volontariato oggi nella nostra città. Da una parte abbiamo il dato positivo di un numero di associazioni in crescendo un po’ in tutti i settori, da quello sociale a quello culturale allo sportivo. Dall’altro i volti che abbiamo visto domenica sono sempre gli stessi. Lunga vita a coloro che cominciarono un decennio fa e, alcuni, anche parecchi decenni or sono. Ma i giovani sono ancora interessati al volontariato? Parlo personalmente e ricordo di avere cominciato ad avvicinarmi al volontariato con un corso di primo soccorso organizzato da AIS all’inizio degli anni ‘90. Mi ero diplomato da poco e quello fu il primo approccio sicuramente positivo che, dopo il servizio militare (anch’esso esperienza positiva negli Alpini) proseguì nella Croce Bianca sezione di Magenta.

Furono alcuni anni veramente formativi alternati all’università. I servizi in ambulanza in emergenza mi aiutarono a capire cosa volesse dire avvicinarsi al dolore delle persone cercando di fare qualcosa di concreto per loro. Eravamo in tanti i giovani poco più che ventenni ad approcciarci al volontariato in ambulanza, parecchi anche nei vigili del fuoco. Insomma, era un bel periodo da quel punto di vista. Passati gli anni mi sono avvicinato ad altre realtà di volontariato che non conoscevo anni addietro, ma che per me hanno rappresentato una sorpresa positiva. Associazioni come l’Aicit che si occupa di prevenzione ai tumori o la San Vincenzo che segue le persone in difficoltà rappresentano un punto fermo magari ancora poco conosciuto ai ragazzi. Ma in queste associazioni, parliamoci chiaro, gli under 50 sono una rarità. Non oso guardare al futuro perché se dovesse continuare così dovremmo dire addio a realtà radicate nel nostro territorio. E sarebbe una catastrofe assoluta.

Alla base di questa disaffezione potrebbero esserci tante risposte. L’instabilità di questo periodo storico che non consente ai giovani di guardare al futuro con certezze tali da garantirsi del tempo per il volontariato. Chiaro che con lavori sempre più precari spendere del tempo per gli altri appare come un miraggio. Ma sarà solo questo il problema? Non possiamo dirlo con certezza perché, se interpellati, i giovani rispondono. Nelle situazioni di emergenza ci sono. Eppure a dover entrare in un’organizzazione già avviata del terzo settore ci sono ancora troppe difficoltà.

Graziano Masperi

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