Museo Storico di Cuggiono: tutto cominciò con l’antica autobotte. Visita alle sale con la guida Enrico
Nella fantastica cornice di Villa Annoni abbiamo il museo storico di Cuggiono. E’ questo l’argomento di una nuova puntata con il nostro Francesco Bigogno. Ad accompagnarci in questa visita è l’esperta guida Enrico. Servono almeno un paio di ore per poter apprezzare il museo quindi il consiglio che vi diamo è di prendervi una mezza giornata per poter fare le cose con calma. Nasce una quarantina di anni fa grazie ad alcuni amici che hanno voluto restaurare un’antica macchina coinvolgendo meccanici e falegnami. Si decise poi di raccogliere altri oggetti, quelli dell’agricoltura e quelli dei lavori della tradizione di una volta. Furono proprio i cuggionesi a donare quello che avevano in casa al museo storico. Più di cinquemila oggetti, tutti donati dagli abitanti del paese. Il veicolo del 1915 fece la prima guerra e anche la seconda. Fu un carro trasporto merci e soldati. Venne poi adibita a mezzo anti incendio.
“Il suo scopo era quello di bagnare le strade che, all’epoca non erano asfaltate – ricorda Enrico – nella seconda guerra mondiale, durante i bombardamenti del ‘43, venne chiamata dai vigili del fuoco di Milano per intervenire in aiuto”. L’autobotte è un po’ il simbolo del museo storico cuggionese. Abbiamo poi la sala dell’agricoltura con tutti gli attrezzi contadini d’epoca. I forconi in legno non sono costruiti, ma coltivati. Si tratta di rami tagliati che venivano utilizzati come forconi. La sala dei mestieri è dedicata a Pinetto Spezia, uno dei fondatori. Ufficialmente il museo ha aperto i battenti nel 1982, ma già un anno prima si cominciò a raccogliere il materiale e si partì proprio con l’autobotte. La sala dei mestieri raccoglie gli strumenti usati dal falegname, dal meccanico, dal tipografo, c’era anche chi fabbricava le barche vista la vicinanza al fiume Ticino. Ci sono anche gli attrezzi utilizzati dai cercatori d’oro in alcuni punti del Ticino. Il percorso prosegue con la sala degli orologi. Chiunque può fare la visita anche da solo perché ci sono delle spiegazioni complete, ma avere a disposizione una guida rende la visita davvero interessante. Abbiamo poi le stanze complete di oggetti di una volta che alcuni ancora ricordano con affetto. L’inginocchiatoio per la lavandaia usato nei canali di irrigazione, il famoso girello per i bambini, il camino di un tempo, la cucitrice, gli strumenti del lattaio.
Una vera chicca è la parte dedicata al vino che a Cuggiono si produce con il famoso vino del Baragioeu e la frase ‘andare alla vigna’ è ancora utilizzata in tutto il territorio. Baraggia una località arida (ancora non c’era il reticolo del canale Villoresi) e ha dato il nome al Baragioeu. Troviamo nella sala del vino le vecchie macchine per schiacciare l’uva, il torchio e tanto altro. E poi abbiamo materiale archeologico, documenti, foto, immagini di un tempo. La sala della storia è suddivisa nelle varie sezioni, dalla guerra di Indipendenza, prima e seconda guerra mondiale. C’è poi la storia di Caterina Baroli, cuggionese che il giorno prima della battaglia di Magenta parlò con un generale francese che, grazie a lei, decise la strategia militare da seguire modificando, forse, il corso della storia dell’Unità d’Italia. Ma di questo ne parleremo. Per il momento guardiamoci il video con Francesco Bigogno e la guida del museo storico Enrico che ringraziamo per l’ospitalità.