Cimiteri presi d’assalto nel giorno dei morti, prima e dopo è il deserto totale
I ricordi dei nostri cari sono scolpiti nella memoria. Non abbiamo bisogno di andare ad osservare una lapide che custodisce quel che di loro rimane o una fotografia che li ritrae in momenti gioiosi della vita. Una preghiera per chi abbiamo amato la possiamo recitare ovunque senza bisogno di andare al cimitero. E’ però importante sapere che ci sia un luogo fisico, un punto dove le ceneri, le ossa di coloro che ricordiamo è lì ad aspettarci. Personalmente mi reco al cimitero tutti i giorni anche se, come ho esordito, non ne avrei certo bisogno. E’ quasi un rituale, un passaggio importante per un saluto che so non arriverà in quel loculo che non conserva che le poche ceneri dei miei cari. Vero come ci sforziamo di credere che sia vero che l’anima si stacca dal corpo. Ma quel che vogliamo analizzare in questo breve articolo non è certo un argomento così complicato per il quale non basterebbero certo poche righe. Bensì come i cimiteri si riempiano in queste giornate dedicate ai santi e ai defunti e si svuotino completamente nei rimanenti giorni dell’anno. E di come si faccia a gara per abbellire le tombe con inutili e costosi fiori. Lo dico con cognizione di causa.
Ci sono giorni in cui il cimitero nel quale mi reco quotidianamente, quello di Magenta, è un deserto. Bè, non sono pochi quei giorni. A dire il vero è tutto l’anno a parte la fine di ottobre e l’inizio del mese di novembre. Oggi il cimitero era strapieno fin dalle prime ore del mattino. Castagnate dei Bersaglieri, fioristi con ogni ben di Dio, banda, gente divertita che fa capannello fuori e, purtroppo, anche dentro. Altro fatto singolare. I giovani che vanno al cimitero sono ben pochi e, se ci vanno, è per far compagnia a genitori e nonni. Sempre e soltanto in questi giorni. Perché? Facile a dirsi. L’argomento morte non è dei giovani che la sentono talmente lontana da non dover nemmeno pensarci. Quando si invecchia tutto cambia.