L’effetto Rashomon e la carota selvatica
“Io non ho mai detto che sono un giornalista obiettivo, perché non lo sono. Perché nessuno lo è, anche quelli che pretendono di esserlo sono solo falsi e finti. Come puoi essere obiettivo? Non lo sei mai. Perché, come ci insegna Kurosawa nel film Rashomon, la stessa storia vista da sei persone diverse sono sei storie diverse. Perché il modo stesso in cui guardi un episodio, i dettagli che scegli, gli odori che senti sono la tua scelta personale che influisce moltissimo sul tuo giudizio”.
— Tiziano Terzani, La fine è il mio inizio
Frasi di questo tipo ve ne sono tante; possono apparire ovvietà, si gira una pagina e il racconto prosegue. Eppure, per la foto/tappa della settimana, le righe che ho appena condiviso con voi, di Tiziano Terzani, sono state un buono spunto.
Spesso capita di attraversare lo stesso luogo, vedere l’identico paesaggio o quel fiore che pian piano sfiorisce da una diversa angolatura o semplicemente da un diverso punto di vista. Allora sono tornato a leggerle e rileggerle, e anche a vedere alcuni contenuti del film di Kurosawa.
Lo stesso fatto può produrre degli esiti oggettivi, eppure quante verità ci capita di incontrare o scontrare sulla stessa cosa appena accaduta e che in tanti abbiamo visto realizzarsi. Pensate agli esiti delle elezioni e a quante volte tutti i leader dicono di aver ottenuto un ottimo risultato, giustificando il proprio consenso e quindi la vittoria della propria capacità di essere portatori della visione più giusta e più vera.
Ho scoperto che questo tipo di avvenimento prende il nome proprio dal film di Kurosawa, ovvero effetto Rashomon, film che Tiziano Terzani menziona a proposito del suo lavoro di giornalista ed inviato di fronte ai grandi avvenimenti della storia cui ha assistito.
L’effetto Rashomon ci insegna che la nostra percezione è inevitabilmente influenzata da chi siamo, dalle nostre esperienze e dalle nostre emozioni.
Accettare che esista questa soggettività è fondamentale per comprendere la complessità della realtà che ci circonda anche a prenderci il tempo di una sospensione del giudizio di fronte a narrazioni che per propria natura possono essere parziali perché in gioco vi è ogni volta la persona che racconta e che ascolta.
Nelle immagini trovate il fiore di carota selvatico, così ho sentito chiamarlo spesso, che è stato lo spunto per raccontare dell’effetto Rashomon che ci interroga sulle tante dimensioni della psiche umana, sulla complessità delle interazioni sociali e delle narrazioni della realtà.