La farfalla gelosa che imparò la lezione
C’era una volta una farfalla di nome Tea Galatea, ed era la più bella di tutte nel parco del Ticino. Le sue ali avevano riflessi dorati, e tutti gli insetti ammiravano la sua grazia. Ogni volta che Tea spiegava le sue ali al sole, sembrava che un arcobaleno di luce dorata inondasse il parco. Le coccinelle la salutavano rispettosamente, i grilli smettevano di cantare per un attimo per ascoltare il fruscio delle sue ali, e persino le api interrompevano il loro lavoro per ammirarla.
Tuttavia, Tea non era felice. Era gelosa delle altre farfalle, temeva che potessero rubare la sua luce e la sua bellezza. Ogni volta che incontrava una farfalla dalle ali colorate e brillanti, il suo cuore si riempiva di invidia. La paura di non essere più la più bella la consumava giorno dopo giorno, fino a farle perdere il sonno.
Ogni giorno, Tea volava in giro per il parco del Ticino e, quando nessuno la vedeva, si avvicinava alle altre farfalle e mordeva le loro ali, strappandone piccoli pezzi. Le farfalle, con le ali danneggiate, non potevano più volare bene, e Tea si sentiva sollevata, sicura di essere la più bella e la più ammirata. Le sue compagne farfalle, ora zoppicanti nei loro voli, si nascondevano tra i fiori e le foglie, temendo ulteriori attacchi.
Ma un giorno, mentre Tea volava trionfante, attirò l’attenzione di un collezionista di farfalle. Affascinato dalla sua straordinaria bellezza, il collezionista la catturò e la mise in una voliera, esposta per la gioia degli umani. La voliera era grande e decorata con fiori e piante, ma per Tea era una prigione. Si trovava rinchiusa, incapace di volare liberamente come prima, e sentiva il peso delle sbarre intorno a lei come un monito delle sue azioni passate.
Col tempo, Tea si rese conto del suo errore. Guardava le altre farfalle volare fuori dalla voliera, libere e felici, e si rendeva conto di quanto aveva perso. Aveva cercato di essere la più bella a tutti i costi, danneggiando gli altri, ma ora si trovava rinchiusa, senza poter godere della libertà che una volta aveva dato per scontata. La sua bellezza era ancora intatta, ma dentro di lei sentiva un vuoto incolmabile.
Un giorno, una farfalla anziana dalle ali rosse e nere si avvicinò alla voliera e chiese a Tea perché fosse triste. Tea, con le lacrime agli occhi, raccontò la sua storia. La saggia e anziana farfalla ascoltò attentamente e poi le disse: «La vera bellezza non si trova nell’apparenza esteriore, ma nella bontà e nel rispetto per gli altri. Cercare di prevalere danneggiando gli altri non porterà mai alla felicità. La libertà e la bellezza risiedono nel volare insieme, in armonia, rispettandosi e apprezzando le differenze di ciascuno.»
Quelle parole colpirono profondamente Tea. Decise che, se mai fosse riuscita a uscire dalla voliera, avrebbe cambiato il suo comportamento. Avrebbe chiesto scusa alle farfalle che aveva danneggiato e avrebbe cercato di rimediare ai suoi errori.
Un bel dì, il collezionista, notando che Tea non sembrava felice, decise di lasciarla libera. Allora aprì la voliera e Tea, con il cuore colmo di gratitudine, volò di nuovo libera. Sentì il vento sotto le ali e capì quanto le era mancato. Volò verso le altre farfalle e, con umiltà, chiese loro perdono. Le farfalle, che avevano sempre ammirato la sua bellezza ma temuto il suo comportamento, la accolsero e perdonarono.
Da quel giorno, Tea volò sempre insieme alle altre farfalle, aiutando chi aveva bisogno e celebrando la bellezza unica di ciascuna di loro. Non era più solo la farfalla più bella del parco del Ticino, ma anche la più amata, per la sua gentilezza e generosità. Tea comprese che la vera felicità non derivava dall’essere la più bella, ma dall’essere una buona amica e una compagna leale. La sua luce brillava ancora, ma ora era una luce di amore e rispetto, che illuminava tutto il parco del Ticino.