L’olio miracoloso: di Emanuele Torreggiani
“Spunta il sole, canta il gallo, Mussolini sale a cavallo”, così Massimo Bontempelli, amicissimo di Federico Fellini e Mino Maccari, nei primi Trenta, suppergiù X Anno dell’Era Fascista. Anni in cui il gradimento, oggi quelli che hanno studiato lo chiamano sentiment, oscillava tra il 99% ed il 99,9%. L’Italia è tutta lì. Piaccia o meno, sta lì. D’altronde il fascismo fu, è, sarà, l’autobiografia degli italiani. Lo si vide con Cesare. Caesar, nella sua gloria e nella sua caduta: tradito. D’altronde il filone sempreverde della commedia dell’arte partorisce dal travertino del Campidoglio. Lo s’è visto l’altrieri, con il green pass, gloriosissimo foglio verde, foglio figlio di una incalcolabile, ad hora, corruzione. Somma corruzione, di cui si tace per quella pietas patriottica, autentica troia, ‘o Franza o Spagna purché se magna, così il Francesco Guicciardini’, la troia, nobilissima consorte del porco, del nostro costume: il comun agire, schiavo… quorum ego. Sì, in quel Ventennio andato, sepolto e miserabilmente resuscitato ad hoc in hora elettorale, l’olio di ricino garantiva la pulizia intestinale podroma di un pensiero lieve così sgravato dal gran rittenuto peso fecale di cui la nostra epoca attuale si mostra sovrana: mangiare & bere. Stelle per l’ovunque leggonsi. Le stelle sono tante, Negroni di Negroni vuol dire qualità: li arrestarono poi, i Negroni, per aver insaccato merda… ricavandone contributi della nascente Europa. Lo bevvi, l’olio in boccetta siffatta, in principio d’adolescenza, ricettatomi dal gran medico della Mutua d’allora, il tenente della Fanteria Regia Alberto Recusani, mantovano in forza nella Magenta che fu e reduce dalla ritirata di Russia. Nell’oggi, ai facinorosi guerrafondai europei politicamente corretti, che se n’abbeverassero a ettolitri. Damigiane e fiaschi. Sortì il suo effetto allora. L’acquistò in quell’allora, il mi’ babbo, alla farmacia Cattaneo piazza Liberazione, già piazza Umberto I, già piazza del Mercato, già qualcos’altro nei remoti secoli. E col ricino, una mezza pinta d’olio di fegato di merluzzo a coadiuvante. Andava così. Oggi, tempus fugit, ai riottosi fave di fuca, yogurt, isterie ginniche. Tenetela lì la boccetta, a imperituro monito: “intestino pulito, pensiero ordinato”, che, di là dalla rima baciata, si consideri il distico d’incipit di Massimo Bontempelli, tre mesi di confine gli comminarono. Irridere il potente fa ridere, fa sorridere. Summa iniuria. Il riso, l’autentico ostile. Piagnoni.
Scritto da Prof Emanuele Torreggiani, riguardo il ritrovamento di una boccetta di Olio Ricino risalente ai primi anni del ‘900 a Magenta. (vedi in foto evidenza).